Cari amici e soci

rispondo in breve alle domande che ci sono pervenute prima e durante il webinar del 10 aprile, dedicato alle vaccinazioni nei pazienti ematologici, in particolare con MDS, alla terapia domiciliare e ai problemi della terapia trasfusionale.

Come si deduce dalle interviste ai relatori, prof.ssa Maria Teresa Voso (Tor Vergata, Roma) dott. Alfredo Molteni (Cremona) dott.ssa Ilaria Tanasi (Verona),  le regioni italiane stanno usando modalità e tempistiche diverse per la vaccinazione dei pazienti ematologici, privilegiando come da indicazione del Ministero i pazienti  in chemioterapia o che l’hanno conclusa da non più di 6 mesi, e quelli giudicati dai vs ematologi di riferimento con un grado importante di immunodepressione, come i pazienti sottoposti a trapianto di midollo (vedi tabella di riferimento pubblicata sul sito).

Sono state poste molte domande sull’utilizzo del vaccino Astra-Zeneca; su questo vaccino non ci sono controindicazioni particolari, tranne quanto deciso dal Ministero per l’utilizzo  SOLO nei pazienti con età superiore a 60. Al momento i pazienti estremamente vulnerabili vengono di solito vaccinati con Pfizer e Moderna, come da indicazione dei centri ospedalieri che li hanno in cura. L’anamnesi del paziente da parte del medico vaccinatore, solitamente accurata, servirà a valutare la corretta  tipologia di vaccino per la singola patologia e per il livello di immunosoppressione.

Il vaccino può essere fatto anche durante le terapie, ad esempio, come ci é stato chiesto specificatamente durante il webinar, in corso di luspatercept in uso compassionevole  e di  oncocarbide.

Vista la difficoltà in quasi tutte le regioni di reperire realtà di terapia domiciliare ematologica,  l’esperienza che viene portata avanti da qualche anno dall’Ematologia di Verona, presentata dalla dott.ssa Ilaria Tanasi,  si é rivelata efficace e particolarmente gradita ai pazienti che hanno problemi di deambulazione,  e che quindi con molta fatica accedono al Day Hospital.  A domicilio però  diventa importante, sottolinea la dott.ssa Tanasi, la presenza d un caregiver affidabile, con cui intrattenere un rapporto di stretta collaborazione.

Anche l’esperienza di telemedicina, che inizia a prendere piede e che é stata sperimentata nei centri intervistati, si é rivelata interessante e fruttuosa, particolarmente in tempo di pandemia, e, secondo il parere della prof.ssa Maria Teresa Voso,  la sua probabile estensione potrebbe essere molto utile in futuro, in particolare se vengono semplificati e resi più efficienti i sistemi di collegamento per gli utenti.

L’ultimo argomento toccato é stato quello della terapia trasfusionale e dei problemi connessi; dal dott. Alfredo Molteni é stato ricordato come l’accumulo di ferro (monitorato con il controllo nel sangue della ferritina), possa portare a co-patologie soprattutto a carico di fegato e cuore. Qualora ci fosse necessità di trattare l’accumulo di ferro viene consigliata la terapia ferrochelante per bocca, e se non sopportata, attraverso pompa di infusione notturna con deferoxamina.

Spero che tutti i punti di interesse presentati durante il webinar siano stati, anche se brevemente, toccati rimanendo sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento riteniate necessario. aspettiamo al prossimo webinar e non dimenticate di associarvi e di suggerirci i temi che più vi interessano.

Annamaria Nosari,
ematologo, consigliere AIPaSiM

WEBINAR AIPaSiM

10 aprile 2021 dalle 10.00 alle 11.00

Cari associati ed amici, eccoci al secondo appuntamento dei nostri
“I SABATI DELLA MIELODISPLASIA“
questa volta parleremo di

SINDROMI MIELODISPLASTICHE IN TEMPO DI COVID:
Esperienze di vaccinazioni e problemi

• Le vaccinazioni nei pazienti estremamente vulnerabili
• Medicina a domicilio nei pazienti con mielodisplasia: quali vantaggi durante la pandemia?
• La patologia da accumulo di ferro é il principale problema di chi trasfonde?

Vi aspettiamo numerosi

Il team de I Sabati della Mielodisplasia