Le Giornate della SERENISSIMA

Venezia, 24 maggio 2025

Cari associati ed amici,
come sempre vi presentiamo un breve riassunto di quanto discusso sull’utilizzo dell’Intelligenza artificiale (IA) in medicina e in particolare nelle malattie rare quale la MDS. Un sincero ringraziamento a tutti i Relatori intervenuti per la loro fattiva e professionale partecipazione..

Il prof. Matteo della Porta (Ematologo, Humanitas Research Hospital), ci racconta come può essere utilizzato l’IA in ambito clinico e in particolare l’esperienza che da 5 anni in Humanitas sta portando avanti con l’IA anche nei pazienti con MDS. L’ approccio utilizzato è allineato con quanto richiesto dall’OMS per l’impiego in medicina dell’IA, e cioè la trasparenza del suo utilizzo, la validazione degli algoritmi in un’ampia popolazione come quella che afferisce ad un grande ospedale, e che venga mantenuto il rispetto assoluto della privacy di ogni paziente.

In che ambiti critici del lavoro ospedaliero può essere utile l’IA? Ad esempio, per accelerare le sperimentazioni cliniche, che confrontano un nuovo farmaco con la terapia standard per dimostrarne la maggiore efficacia. Il processo di immissione dei farmaci all’uso dei pazienti è sempre molto lungo (in media circa 20 anni). Nelle malattie rare e nelle patologie che interessano gli anziani trovare pazienti idonei alla sperimentazione, che sono in generale pochi, è ancora più difficile e quindi ogni metodo che permetta un più veloce arruolamento di pazienti è benvenuto. Nelle malattie rare si è iniziato ad usare dati precedentemente raccolti e quindi “certificati” per accelerare il processo di approvazione. L’IA è in grado di creare una rappresentazione “sintetica” di dati reali, annullando la correlazione col paziente reale e  in questo modo salvaguardandone la privacy. I dati sintetici possono essere utilizzati ad esempio per evitare il braccio di controllo della sperimentazione, consentendo, con  una assoluta protezione della privacy, minori costi e permettendo quindi a tutti i pazienti arruolati di poter accedere al farmaco sperimentale, dal momento che il braccio di controllo può essere fornito dai dati sintetici elaborati dall’IA.
Anche trovare una attività farmaceutica aggiuntiva a farmaci già utilizzati e quindi già disponibili sul mercato, di cui sono anche noti gli effetti collaterali, riesce a ridurre molto la durata della sperimentazione e i costi. Questo processo di “drug repurposing “ (riposizionamento del farmaco) è già stato utilizzato nelle MDS con la lenalidomide che, pensata per la terapia del mieloma multiplo, si è successivamente rivelata efficace anche nel trattamento dell’anemia dei pazienti mielodisplastici che presentano una particolare alterazione citogenetica, la delezione del braccio corto del cromosoma 5. IA, attraverso la numerosità dei dati a cui può accedere velocemente, può accelerare la ricerca su farmaci autorizzati (e di cui ad esempio già si conoscono gli effetti collaterali) potenzialmente efficaci anche per altre patologie.

La scelta di Humanitas di mettere il paziente al centro dell’attività dell’IA viene sottolineata anche dal tentativo di andare incontro alle aspettative di comunicazione del paziente durante la visita ambulatoriale, fornendo un referto clinico automatico della visita elaborato da IA, che viene poi sottoposto sia al medico che al paziente, per valutare da parte di entrambi la qualità della comunicazione medico-paziente e l’eventuale aumento della durata del tempo di visita.
Verranno valutate inoltre la qualità del referto elaborato da IA, la soddisfazione del medico e del paziente riguardo ai maggiori tempi a disposizione e  il  parere del paziente sulla qualità del referto che gli viene fornito, incrementando in particolare la “qualità” della visita.

La dott.ssa Silvia Ceruti (Docente Università dell’Insubria – Centro di Ricerca in Etica Clinica Dip. di Biotecnologie e Scienze della Vita) ha affrontato I problemi etici connessi all’uso della IA in medicina, evidenziando i rischi della nuova metodologia ma cercando di mantenere un approccio positivo e propositivo.
La riflessione etica è multidimensionale perché affronta problematiche e attori diversi nell’ambito sanitario, quali i pazienti ma ovviamente anche i medici che sono ritenuti utilizzatori “esperti” in questo ambito e quindi in grado di “pesare” i risultati forniti dall’IA.
Sempre più spesso i cittadini usano l’IA generativa per lavoro ma anche per apprendere cose nuove. Quando si va a considerare le domande che vengono rivolte all’IA vediamo che da temi tecnici si è passati in breve tempo a temi molto personali quale la salute.

Quali sono i rischi da governare? IA viene sempre più spesso utilizzata per l’autodiagnosi, ed anche come supporto dal punto di vista psicologico. Poiché non ha senso cercare di limitarne l’accesso, perché irrealizzabile, conviene cercare di istruire chi si interroga attraverso l’IA. Uno dei campi di maggiore criticità è sicuramente il rapporto medico-paziente e quindi la comunicazione, che, per legge, è tempo di cura; ma anche la trasparenza su come si ottengono i risultati da IA è importante per la comprensione e la tranquillità del paziente.
Per i medici il rischio maggiore è di fare troppo affidamento sui risultati di IA. Ecco perché è importante un addestramento accurato dell’IA, che purtroppo è maggiormente difficile nelle malattie rare, monitorando e verificando i risultati.
Infine, per promuovere l’equità è indispensabile che questi strumenti siano accessibili a tutti, o rischiano di aumentare il divario tra chi può accedere a centri ultraspecialistici e chi no. Quindi IA, intesa come supporto al medico, è considerata un aiuto molto potente, ed accettare che il medico la usi è positivo, a patto che la controlli come altri strumenti che è abituato ad utilizzare.
Recenti studi si sono interrogati su quanto IA risponda in modo empatico al paziente, rispettandone la diversità, e fornendo le risposte con cortesia. Questo aspetto ha anche un rovescio della medaglia: ci si aspetta invece dal medico velocità, competenze, quantità di dati che sono caratteristiche della macchina, mentre alla macchina chiediamo una certa “umanità”. Ecco perché la Centralità del rapporto medico paziente è la vera sfida che si presenta.

Le problematiche legali connesse all’uso dell’IA sono state illustrate dalla dott.ssa Silvia Golin (Magistrato con funzione di Pubblico Ministero presso Procura di Padova). Emergono importanti implicazioni giuridiche: AI è un algoritmo continuamente in evoluzione e in crescita e quindi sempre nuovi quesiti giuridici si pongono.

La UE ha adottato un regolamento per la tutela del cittadino direttamente vincolante negli Stati, attualmente vigente in parte per quanto riguarda quanto è vietato: 1) Manipolazione del comportamento umano; 2) Classificazione sociale da parte delle autorità; 3) Riconoscimento biometrico in tempo reale.
Mentre la legge nella sua completezza entrerà in vigore nel 2026, saranno individuate autorità nazionali di sorveglianza in grado di somministrare sanzioni. Questo per proteggere in special modo i nostri dati sanitari se vengono usati impropriamente.
Nella Sanità la legge, attualmente in attesa di approvazione parlamentare, identifica IA come supporto della prevenzione, diagnosi e cura nel rispetto dei diritti della persona e della protezione dei dati, con obbligo di informazione del paziente. Se i dati vengono anonimizzati possono essere utilizzati per il sapere scientifico anche senza consenso.
Quale sarà la responsabilità civile e penale dell’utilizzo di questi strumenti? Il produttore del software risponde qualora il prodotto sia difettoso; la struttura sanitaria pubblica o privata risponde per responsabilità contrattuale verso il paziente. In particolare, diventa una fondamentale responsabilità del medico che la utilizza la conoscenza anche dell’addestramento a cui IA è stata sottoposta o del suo aggiornamento.

Come introduzione alla Tavola Rotonda la dott.ssa Marta Riva (Ematologa, ASST Ospedale Niguarda Milano), presenta le problematiche che l’ematologo può incontrare nel rapporto con il paziente e in particolare quali valori umani vogliamo che non siano sorpassati da questa tecnologia.

Vi invitiamo infine a guardare anche la Tavola Rotonda finale, coordinata dalla dott.ssa Annalisa Scopinaro (presidente UNIAMO), a cui hanno partecipato oltre ai relatori già citati, anche il dott. Fabio Moretti (Presidente della Fondazione AVAPO Venezia ETS) e la dott.ssa Rosaria Sancetta (Ematologa, Ospedale dell’Angelo Venezia-Mestre) dove sono stati discussi i vari aspetti trattati dalle relazioni, puntualizzando che, oltre alla protezione dei dati, al centro c’è sempre il problema della comunicazione e l’ascolto del paziente. Lo scarso tempo a disposizione durante la visita è emerso come il principale fattore negativo percepito dal paziente.

Tutti i video: Saluti Introduttivi, presentazioni e Tavola Rotonda, li trovate scorrendo l’articolo, oppure visitando il nostro canale YouTube.

Annamaria Nosari
vicepresidente AIPaSiM


luglio 2025


La cronaca del Convegno

Le immagini

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Gli interventi

Naviga utilizzando la freccia a destra o sinistra del riquadro per scegliere l’intervento che desideri vedere.

Saluti Introduttivi

 

da sinistra:

dott.ssa Ines Marini Pasini,
dott. Fabio Graceffa,
ing. Giuseppe Cafiero.
Giovanni Alliata di Montereale,
dott. Mario Po’

 

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Perché abbiamo scelto questo programma

 

Annamaria Nosari

 

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Intelligenza artificiale (AI) nella cura delle MDS

 

Matteo Della Porta

 

 

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Tavola Rotonda

 

 da sinistra:

S. Golin, M. Riva,

A. Scopinaro

S. Ceruti, F. Moretti, R, Sancetta

 

 

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